Pacco bomba alla Feralpi, Pasini sotto scorta
Martedì la sede di Lonato ha ricevuto un pacco contenente un detonatore e della polvere da sparo
Pacco bomba alla Feralpi, Pasini sotto scorta.
Nella giornata di martedì 22 settembre un pacco bomba è stato recapitato a Lonato del Garda davanti alla sede della Feralpi Group, azienda simbolo del paese. Il pacco, rudimentale, conteneva al proprio interno un piccolo detonatore e della polvere da sparo ed era indirizzato direttamente al numero uno del gruppo Feralpi Giuseppe Pasini, leader di Confindustria Brescia, presidente dell'Associazione Industriali Bresciani e rimasto in corsa fino all'ultimo per la poltrona di presidente della Confindustria nazionale.
Recapitato in azienda
Pasini, che tra le altre attività è presidente del club di Serie C della Feralpisalò, non ha naturalmente ricevuto personalmente il pacco, che è stato semplicemente recapitato alla sua azienda e sul quale sono intervenuti gli artificieri. Secondo i tecnici, l'ordigno era molto rudimentale e non sarebbe probabilmente nemmeno potuto esplodere, a rappresentare un gesto di minaccia prima che un reale attentato alla vita di una delle personalità più influenti delle realtà industriali della provincia di Brescia e dell'intero Nord Italia.
Da qui, la scelta da parte della Prefettura di mettere temporaneamente sotto scorta il presidente del gruppo Feralpi Giuseppe Pasini che sarà accompagnato nei prossimi giorni da alcuni agenti scelti.
Vicinanza dal mondo dei sindacati
In molti hanno espresso vicinanza al presidente Pasini, tra cui il sindacato Fim Cisl: «Piena solidarietà e vicinanza da tutti i metalmeccanici della Fim Cisl al presidente di Confindustria Brescia, Giuseppe Pasini che ieri ha ricevuto un pacco bomba nella sede della Feralpi Group di Lonato del Garda, colosso del settore siderurgico: un fatto gravissimo, che si aggiunge alle minacce ricevute da altri imprenditori lombardi, Stefano Scaglia e Marco Bonometti già nei mesi scorsi. Sono atti di una gravità unica che vanno condannati con la massima fermezza. In un momento così delicato per il Paese, in cui aziende, sindacato e lavoratori, come già nella fase di gestione della emergenza sanitaria, stanno tenendo insieme il lavoro e le imprese per far ripartire l’Italia, abbiamo bisogno di un clima sereno e costruttivo di collaborazione e non d’intimidazione e odio che appartiene ad altre stagioni passate della storia del Paese».