De Donno, il medico del plasma: «Cercavamo l’arma magica contro il Covid e l’abbiamo identificata»
"A Mantova lo abbiamo utilizzato in modo convinto, selezionando bene i pazienti. Abbiamo quindi notato una forte riduzione della mortalità grazie a questa cura, il problema è stato farlo capire"
Il dottor Giuseppe De Donno arriva ad Asola e l’auditorium si riempie di persone. Moderatore della serata il sindaco di Asola, e anche medico chirurgo dell’ospedale Oglio Po, Giordano Busi, relatori, oltre al dottor De Donno, direttore di Pneumologia e responsabile del reparto di Terapia intensiva respiratoria dell’ospedale Carlo Poma di Mantova, anche il dottor Marco Ghirardini, direttore del reparto di Medicina di Asola e il dottor Maurizio Santisi, medico di base a Porto Mantovano.
Il convegno
Il convegno, organizzato dalle associazioni «Boom» e «Libera…mente», dal titolo «Covid a Mantova: plasma iperimmune e non solo», ha visto in auditoriu oltre un centinaio di persone, sedute, previo appuntamento, distanziate su una decina di file. Presenti alla serata varie personalità locali, come il presidente dell'associazione «Amici dell'ospedale di Asola», il dottor Stefano Sardini, e altri componenti del gruppo, il Comitato Pro Ospedale di Asola con la presidente Laura Galliera, l’onorovole Andrea Dara e il parroco di Asola, don Luigi Ballarini.
L'arma magica contro il Covid
«Con Pavia cercavamo l’arma magica e l’abbiamo identificata nel plasma - ha sottolineato De Donno - A Mantova lo abbiamo utilizzato in modo convinto, selezionando bene i pazienti. Abbiamo quindi notato una forte riduzione della mortalità grazie a questa cura, il problema è stato farlo capire. Poi la situazione gravissima di alcune Rsa, dove si è sfiorato il 50% di mortalità, abbiamo iniziato un protocollo sugli anziani e abbiamo visto che la situazione migliorava nettamente. Ora stiamo trattando i cronicamente positivi, cioè coloro che non riescono ad avere il tampone negativo. Però, se ci pensate, quante strade si possono aprire con una terapia che non costa niente, solo la generosità dei donatori».
E ora? Cosa dobbiamo fare?
Il dottor De Donno si è soffermato poi sul fatto che non sappiamo se questa pandemia ritornerà: «Cosa dobbiamo fare ora? Una strada potrebbe essere quella di avviare il plasma dei pazienti convalescenti all’industria e per utilizzarlo poi per isolare le immunoglobuline, quelle che poi diventano il plasma farmaceutico. Ma per farlo ci vorrebbero 8 mesi, ma non possiamo aspettare così tanto». A conclusione dell’intervento, a seguito della quale alcuni presenti in platea si sono alzati in piedi per applaudire il dottore, De Donno ha spiegato che «questo plasma a Mantova, lo terremo noi, in quella che chiamiamo la banca del plasma. Se dovesse arrivare un’altra ondata pandemica noi saremo pronti. Anche Pavia sta ragionando così». L'articolo completo in edicola con Montichiariweek o in edizione digitale sul sito