Dei veri e propri centri ospedalieri Covid. Si andrà in questa direzione per gestire le fasi successive dell’emergenza coronavirus in Lombardia? Se lo chiede il Gruppo regionale del Pd e per questo, Gian Antonio Girelli, capodelegazione del Pd in Commissione Sanità del consiglio regionale, ha chiesto un’audizione urgente in cui si parli di riorganizzazione degli ospedali e andamento degli screening.
Un’audizione con il direttore del Welfare
“Con l’avvio della fase 2 è necessario calendarizzare al più presto un’audizione con il direttore generale del Welfare, Luigi Cajazzo, che dovrà illustrare le modalità con cui si prevede di riorganizzare l’attività ospedaliera e l’andamento della prima campagna di screening sulla popolazione, che prevede l’utilizzo del test sierologico per operatori sanitari e cittadini che hanno trascorso la quarantena obbligatoria o fiduciaria”, ha spiegato Girelli
L’obiettivo è proprio quello di capire come la Regione intende procedere con la realizzazione degli annunciati ospedali solo Covid, oltre a quello realizzato in Fiera che oltre tutto pare stia per chiudere. L’Istituto superiore di sanità ha stabilito che se un cittadino effettua un test sierologico e questo è positivo, deve sottoporsi anche al tampone naso-faringeo, per essere certi che non sia ancora contagioso. “Un’ottima decisione, ma noi dobbiamo sempre distinguerci – ha lamentato – Regione Lombardia, nel recepire questa direttiva, ha stabilito che, nel caso in cui un cittadino effettui il test sierologico in regime privato e abbia esito positivo, rimborserà il costo dell’esame del tampone, ma solo in caso che anche quest’ultimo sia positivo”.
I dubbi sui test sierologici
Per Girelli “è l’ennesima riprova che Regione Lombardia non crede ai test diffusi e che persevera nella strategia sbagliata. È assurdo che un cittadino venga punito perché non è più infettivo. Il messaggio che la Regione dà ai cittadini che hanno avuto sintomi e che non sono stati visitati da nessuno, o che devono tornare al lavoro a contatto con colleghi e pubblico, ma anche a quelli che sono stati a contatto con persone malate, è che se vogliono proprio fare il test devono sapere che se lo devono pagare. E se per caso nel frattempo sono guariti, si devono pagare pure il tampone – ha aggiunto – È un disincentivo bello e buono, che nasconde forse la volontà di non far emergere la dimensione reale del contagio in Lombardia”.
Insomma, per il consigliere Pd, “prima la Giunta ha aperto di malavoglia la possibilità di fare i test sierologici a tutti i cittadini, partendo in grandissimo ritardo, ora se ne sta lavando le mani”. Il Gruppo dem sul tema di test e tamponi ha presentato una mozione urgente, non ancora trattata, con cui impegna la Regione a cambiare strategia, facendosi direttamente carico della sorveglianza sanitaria, come dovrebbe essere.