dopo dieci anni la sentenza

Il Comune di Coccaglio non deve pagare i danni ad Acli Casa per i rifiuti sotto il cantiere

La vicenda risale al 2009, quando l’ente aveva acquistato il terreno pubblico per costruire delle case di edilizia popolare.

Il Comune di Coccaglio non deve pagare i danni ad Acli Casa per i rifiuti sotto il cantiere
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Dopo dieci anni il giudice del Tribunale di Brescia ha emesso il verdetto sui terreni di via Vigorelli, nel quartiere degli Orti a Coccaglio, dove si trovano il cantiere aperto (e la maxi buca) per costruire nuove villette e i quintali di rifiuti abbandonati scoperti durante gli scavi. L’istanza della cooperativa proprietaria dell’area, che aveva chiesto i danni al Comune, è stata rigettata e ora starà ad Acli Casa occuparsi della "discarica a cielo aperto" e del cantiere rimasti nel limbo per tutto questo tempo e che stanno creando non pochi problemi strutturali alle recinzioni delle case private adiacenti.

I prodromi della vicenda

Il caso esplose nel 2010, quando i carabinieri del Noe misero sotto sequestro il cantiere, dove erano stati rinvenuti quintali e quintali di rifiuti speciali non pericolosi risalenti all’attività dei precedenti proprietari, i Nembrini.
Il terreno era (ed è) di proprietà di Acli Casa, che lo aveva acquistato nel maggio 2009 dal Comune per realizzare opere di edilizia residenziale popolare. Il Comune a sua volta lo aveva acquistato come agricolo e trasformato successivamente in edificabile, per poi venderlo alla coop.

Acli Casa, dopo aver rimosso e accatastato i rifiuti rinvenuti durante gli scavi su un’area pubblica adiacente, intraprese immediatamente una causa civile contro il Municipio, chiedendo all’Amministrazione dell’allora da poco eletto sindaco Franco Claretti il risarcimento dei danni subiti per un totale di circa mezzo milione di euro e l’annullamento del contratto di compravendita, poiché secondo la tesi della coop "l’area non era idonea alla destinazione residenziale" e necessitava di bonifica.

La sentenza: il Comune non deve pagare i danni ad Acli

Martedì il giudice Elisabetta Arrigoni della seconda sezione civile del Tribunale di Brescia ha emesso la sentenza che finalmente chiarisce l’annosa vicenda.

Innanzitutto, come si legge dal dispositivo, il contratto di compravendita con cui il Comune di Coccaglio cedeva l’area non è affetto da nullità. Il Tribunale non ritiene configurabile nemmeno l’ipotesi di vendita di aliud pro alio, in quanto "non può dirsi che la cosa venduta appartenga a un genere del tutto diverso o presenti difetti che le impediscano di assolvere alla sua funzione" previa effettuazione delle opere necessarie per lo smaltimento dei rifiuti. Inoltre non è contestato che il terreno fosse contaminato, come per altro dimostrato dalle indagini dell’Arpa e dall’accertamento del Ctu, e che richiedesse un intervento di bonifica al fine di consentirne l’utilizzo.
Infine, non è stata accolta nemmeno la domanda volta a ottenere il risarcimento dei danni subiti in ragione del rinvenimento dei rifiuti, in quanto prescritta.

Il Comune, dunque, che in questi anni ha accantonato 500mila euro, può svincolare la somma, mentre la coop, proprietaria del terreno, dovrà occuparsi del cantiere e dei rifiuti. LEGGI IL SERVIZIO COMPLETO SUL CHIARIWEEK IN EDICOLA DA OGGI, VENERDI' 15 MAGGIO

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