Cose da sapere sulle merendine

Cose da sapere sulle merendine
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Gli italiani sono golosi. Anche di merendine e snack di diversa natura. Li consumano senza eccezione in 21 milioni, fra grandi e piccini, in diversi momenti della giornata: di preferenza a colazione, o come spezzafame a metà mattina o a merenda, di rado alla sera o come dessert a fine pranzo.

Eppure, riguardo a questo dolce alimento, ancora circolano false credenze nell’opinione comune dei consumatori abituali. Lo ha attestato una ricerca Doxa-Aidepi, Associazione delle industrie del dolce e della pasta, rilevando in particolare che esistono almeno 5 buchi neri e 2 verità su queste cibarie.
I numeri delle merendine. Le merendine sono amate, e consumate, da quattro italiani su 10 in media due volte a settimana; i più ghiotti sarebbero gli under 35, ma non le disdegnano neppure i 40-50enni, meno i 60enni. Tutti, comunque, sceglierebbero ancora in età adulta lo snack legato a preferenze e memorie dell’infanzia, soprattutto brioche, frolle, plumcake e pan di spagna. E le merendine restano anche fra i cinque alimenti che i genitori danno con maggior frequenza ai propri figli, di età compresa tra 0 e 18 anni, specie a merenda, proposte all’incirca 2-3 volte a settimana sebbene vengano prima preferite frutta, yogurt, snack salati e panini. Del resto, la merendina è una soluzione mangereccia facile quando si ha poco tempo, ma anche un alimento innovativo, che si rinnova con i gusti degli italiani.

Le lacune. Eppure, nonostante gli abbondanti consumi, sulle merendine non tutto è ancora così chiaro. In pochi, ad esempio, sanno che:
• Le merendine prodotte dalle aziende di marca non contengono acidi trans, tolti ormai da tempo, in quanto ritenuti dannosi per la salute. Solo in pochi casi – ma in generale non in questi prodotti da forno – se ne potrebbero rilevare alcune tracce;
• Le merendine confezionate non sono più caloriche di quelle fatte in casa. Una merendina contiene tra le 110 e le 180-200 calorie, non è cioè più pesante di un trancio di pizza margherita o di un panino con il prosciutto crudo che si aggirano attorno alle 210 kcal. Dunque, consumate in maniera corretta, le merendine non farebbero ingrassare.
• Non sono le dirette responsabili dell’obesità infantile. Questo accade perché, insieme alla dieta sbagliata, al peso in eccesso concorre anche e soprattutto lo scorretto stile di vita. Una recente ricerca ha dimostrato che in Italia proprio nelle regioni dove c’è un maggior consumo di merendine tra i bambini si registra il minore tasso di obesità. Al Nord, dove i livelli di sovrappeso e obesità dei bambini tra i 7 e i 10 anni sono più bassi, pari a quasi il 25 per cento, si hanno i consumi di merendine più alti con 2,2 chili pro capite annui. Mentre al Centro si rilevano valori medi sia riguardo al sovrappeso sia ai consumi di merendine, rispettivamente del 30,6 per cento e del 2,1 chili pro capite, infine al Sud e nelle Isole l’indice di sovrappeso e obesità sale a quasi il 38 per cento contro consumi di merendine ridotti a 1,6 kg pro capite annui.
• Lo zucchero di una merendina non fa superare il fabbisogno giornaliero di questa sostanza in età pediatrica, corrispondente in media, sommando tutti gli snack consumati, a circa 1,3 grammi al giorno, un quantitativo modesto. Tanto più che, di norma, vengono mangiate soprattutto al mattino quando cioè i carboidrati sono una fondamentale e corretta fonte di energia, presto bruciata.
• Molte merendine vengono prodotte anche con lievito madre, cioè con un impasto di acqua e farina di frumento che viene lasciato fermentare spontaneamente con specifici enzimi, soprattutto se queste si avvicinano alla composizione dei dolci tradizionionali tra cui pandoro, panettone, krapfen, croissant e pan di spagna.

La consapevolezza. Ci sono due conoscenze su cui gli italiani hanno cognizione di causa, a ragion veduta. Ovvero che:
• Nell’etichetta sono contenute tutte le indicazioni per scegliere i prodotti in base alla bontà e alle proprie esigenze/necessità nutrizionali. Essa è infatti diventata obbligatoria dal 13 dicembre 2016 e deve ragguagliare il consumatore su calorie, peso e grammi di proteine, carboidrati e grassi presenti. In essa si possono trovare inoltre indicazioni della quantità di acidi grassi saturi, zuccheri semplici, fibre alimentari, sale e il contributo energetico che la singola merendina apporta.
• Le merendine non sono un alimento solo per bambini, a testimonianza che le mangiano avidamente anche 21 milioni di adulti.
La divisione. Infine c’è un aspetto di dubbio, su cui gli italiani si dividono, con opinioni contrarie e riguarda il fatto se, oppure no,
• Le merendine di oggi contengono meno grassi, zuccheri e sale di 15 anni fa. La risposta è sì, infatti in commercio sono disponibili snack con solo 100 kcal, sebbene mediamente l’apporto sia di 170-180 kcal per le più grasse, contro le 200 kcal di alcuni anni fa, e di circa 130-150 kcal per le più ‘snelle’.

Lo stesso vale per i grassi saturi, presenti sia nelle merendine ma anche nei biscotti, che si abbasseranno a 10 grammi contro gli 11 del 2008. Risparmio anche in termini di zuccheri, incluso anche i cerali per la prima colazione, nei quali si è passati dai 35 grammi del 2008 agli attuali 33 grammi circa per 100 grammi di prodotto. Entro il 2017, fanno sapere gli esperti, dovrebbero calare fino a 30 grammi. Il tutto a vantaggio della nostra buona salute.

 


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