Giuliano Papa: il prof "artista di strada"
«A busker life» ovvero l’altra vita, e sarebbe errato definirla seconda, del professor Giuliano Papa. Ai più Giuliano è noto come docente della scuola secondaria di prima grado «Calini», come primo violoncello in prestigiosi gruppi da camera e orchestre, come regista di spettacoli teatrali e musicali quali «Virgo», «il Vangelo di Esta Tierra» o «Sinfonia e Poesia». Ma la sua abilità di musicista nasce dalla carriera di artista di strada, in tutta Italia ed Europa. Di ricercato frequentatore dei più prestigiosi festival buskers internazionali. Una capacità che è stato capace di trasmettere ai suoi alunni, pluripremiati violoncellisti in numerosi concorsi di musica. Cresciuti già come artisti, prima ancora che come suonatori.
L’esordio «on the road»
«Ho iniziato a suonare per strada a vent’anni. Ero già al settimo anno di violoncello - ricorda Giuliano -. Ed è stato subito amore. La mia prima esibizione fu a Venezia, in occasione dell’ultimo dell’anno, quasi per gioco. Poi non mi sono più fermato. Suona oggi, suona domani, è diventato uno stile di vita». Lo strumento che predilige è il violoncello, verso cui nutre un vero e proprio culto. «È lo strumento musicale più vicino alla voce umana. Il suo suono è intenso, interiore, romantico. La forma è sinuosa come una statua greca, affascinante come un quadro di Caravaggio». Ma Giuliano riesce a estrapolare musica anche dagli oggetti più bizzarri. Tra questi una sega, ed intendiamo proprio l’attrezzo dei falegnami, lunga più di un metro, da cui ricava le note tramite l’archetto di un contrabbasso. È uno dei pochissimi italiani a riuscirci. O da una rana giocattolo, che gli fu regalata da un mimo a Barcellona.
Su e giù per l’Italia
Nel suo girovagare, ha conosciuto numerosi personaggi famosi. Da Lucio Dalla a Renato Zero. Tutto per strada. In Piazza del Campo a Siena ebbe l’onore di conoscere Mstislav Rostropovich, il più grande violoncellista contemporaneo. Gli prestò il suo strumento e lo convinse a suonare un brano. Tante le sue avventure, impossibile raccontarle tutte. Tra queste le esibizioni in Sicilia, ad Agrigento, nella Valle dei Templi, con cui accoglieva i turisti, passando le notti a suonare davanti ai cancelli d’ingresso. Allora giovanissimo, con le offerte si pagò la vacanza. A Venezia invece, per complimentarsi con lui, al posto delle solito denaro, una signora gli posò nella custodia un visone. In tempi più recenti, la scorsa estate, Giuliano ha comprato il camper appartenuto a Febo Conti e Mike Bongiorno. Alla sua guida è arrivato fino in Puglia, facendo tappa in più di venti tra le principali città italiane. Tutto da solo. Eccezion fatta per il violoncello s’intende, suo inseparabile compagno di viaggio.
La strada tra sogno e realtà
Anche se l’esperienza di Giuliano è sempre stata positiva, è innegabile che verso chi si esibisce per strada esistono parecchi pregiudizi. Preconcetti legati più al luogo che non alla persona, perché il più delle volte coloro che la abitano non sono artisti, ma persone disagiate di vario tipo. Ma non importa, direbbe Kerouac, la strada è vita. «Il teatro più grande del mondo è la strada - conclude il nostro musicista - La strada è anche il mio camerino. Mi vesto e mi trucco per strada, prima di dare inizio allo spettacolo. La strada è libertà. Libertà di scegliere cosa e dove suonare. Di scegliere la gente con cui interagire. Di scegliere dove e quando iniziare, dove e quando fermarti. La strada è un intreccio di sogni e realtà, dove tutto è magia».