E’ dall’inizio dell’emergenza che la Protezione civile è in prima linea. Le due donne del gruppo, Rosa e Cristina, hanno raccontato il loro vissuto.
Protezione civile in prima linea
In prima linea, sempre. Soprattutto la notte. Dopo aver lavorato di giorno e, in tante occasioni, dato una mano anche al Comune. Perché non si dice mai «no» a nessuno. Perché questo vuol dire essere un membro della Protezione civile. Non esiste stanchezza o preoccupazione, ma solo una immensa voglia di dare una mano agli altri. Tra le tute gialle che dal 6 marzo, tutte le notti, prestano servizio all’ospedale di Chiari, sede dell’Asst Franciacorta, ci sono anche due donne. Cristina Faustini, clarense 1997 che fa parte del gruppo da luglio dello scorso anno e Rosa Fuoco, classe 1964, di Comezzano-Cizzago, “pezzo storico” dal 2016.
Coadiuvata dai colleghi di Urago d’Oglio e Cologne, che da subito si sono resi partecipi e disponibili nel dare una mano, la Protezione civile di Chiari copre 7 giorni su 7, ben 8 ore a notte davanti all’entrata dell’ospedale. Il servizio è diviso in due turni: dalle 10 alle 2 e dalle 2 alle 6. Le tute gialle si occupano del corretto ingresso delle ambulanze, le aiutano con le manovre, ma indicano anche alle persone dove andare e a quale pronto soccorso accedere.
La testimonianza
“Mai potevamo immaginare tutto quello che abbiamo visto e in realtà non avremmo mai voluto vederlo – hanno aggiunto – Fortunatamente, in questo momento, la situazione si è decisamente calmata, ma l’inizio è stato devastante”. Il Coronavirus infatti, nei primi giorni di marzo, ha completamente travolto l’ospedale di Chiari.
“Non ci sono stati giorni di pausa, nemmeno le festività – hanno spiegato – Ognuno ha fatto quello che poteva. Coperto più turni che riusciva. Insieme ci siamo messi d’accordo, divisi la settimana e il weekend in concomitanza con gli impegni lavorativi e tutto il resto. Fortunatamente, anche i ragazzi di Urago e Cologne non ci hanno lasciati soli e tutti insieme abbiamo sempre cercato di da dare una mano”.
Ma non solo: il gruppo coordinato da Alessio Buffoli, ha anche dato la completa disponibilità al Comune per il ritiro delle mascherine di Regione, per i trasporti e per portare beni a Chiari. Non si è mai tirato indietro anche se dalla malattia è stato colpito eccome: uno dei volontari è ancora ricoverato, mentre il presidente ha perso suo fratello. Ma mai nessuno si è fermato, anzi, c’è stato più impegno che mai e massimo sostegno all’ospedale impegnato a salvare più vite possibile.
“Vedi, assorbi, porti a casa – hanno aggiunto – Non puoi nemmeno spiegarlo. Come si fa? Non puoi chiudere gli occhi davanti al dolore, alla malattia, alla disperazione. Sono stante le scene che ci siamo trovati davanti. Abbiamo anche provato a parlare e calmare i parenti che nonostante gli fosse stato “vietato” arrivavano al Pronto soccorso in ambulanza. Fai quello che puoi. Con chiunque ti trovi davanti, nonostante tutte le misure di sicurezza da mantenere, le distanze e i Dpi che non fanno nemmeno vedere un sorriso, ti improvvisi un amico. Provi a dare conforto. Ti senti addosso una grande responsabilità. Anche vedere quello che fa tutto il personale sanitario ti sprona a voler esserci, a dare una mano nonostante il rischio. Perché comunque la paura del contagio c’è per tutti. Nessuno vorrebbe portare il virus a casa propria e mettere in pericolo i suoi cari”.
I rari momenti preziosi
Ma ci sono state anche cose belle, rare, e che quindi sono state ancor più preziose.
“Abbiamo visto arrivare persone che dovevano partorire – hanno aggiunto Rosa e Cristina – Le abbiamo indirizzate nel giusto luogo di accesso. Sono state anche numerose e per noi è stata una gioia. Un motivo di speranza, un qualcosa che ci ha fatto capire che nonostante tutto la vita sarebbe andata avanti e che, purtroppo con numerose perdite, tutti ricominceremo a vivere”.
La Protezione civile non sa per quanto tempo ancora dovrà continuare il suo servizio, ma non si tira indietro. Il primo accordo tra Comune e Asst prevedeva un periodo fino al 3 aprile e questo è stato di gran lunga superato. Eppure, non sono stanchi. Sono ancora carichi e pronti a tendere sempre una mano.
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