APPELLO

Abusivismo ai tempi del coronavirus: la testimonianza di una libera professionista

"Si tratta di un discorso taciuto da troppo tempo, che in questo momento di emergenza sanitaria diventa ancora più pericoloso" ha dichiarato la titolare del negozio "Versatyle".

Abusivismo ai tempi del coronavirus: la testimonianza di una libera professionista
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Abusivismo ai tempi del coronavirus: la testimonianza di una libera professionista. Ad abbattere il silenzio su questo tema, ancora tabù, la parrucchiera Vera Bondioli di Castegnato.

Abusivismo ai tempi del coronavirus: la testimonianza di una libera professionista

L'emergenza coronavirus sta mettendo alla prova le imprese, è risaputo.
Tante le incertezze e le questioni che commercianti, imprenditori e liberi professionisti in genere si trovano ad affrontare in queste settimane di chiusura forzata delle attività.
Tra i temi caldi anche quello dell'abusivismo, già di per sé una piaga per chi lavora regolarmente, che rischia di minare non solo i contribuenti, ma anche la salute delle persone. In questo momento più che mai.

Denunce

Negli ultimi giorni sono volate centinaia di denunce e sanzioni da nord a sud proprio per contrastare il fenomeno di chi lavora da casa "in nero", soprattutto parrucchiere, estetiste e tutti coloro che si adoperano per guadagnare con le professioni della bellezza.
Queste persone non si rendono evidentemente conto dei rischi a cui vanno incontro e che sottopongono ai clienti che si rivolgono a loro. Lo stesso vale per chi sceglie di affidarsi a chi pratica irregolarmente.
Un comportamento irresponsabile e poco etico sotto diversi punti di vista: oltre all'aspetto dell'evasione fiscale, c'è anche quello del mancato rispetto per i colleghi regolari che hanno chiuso le proprie attività in ottemperanza alle vigenti norme imposte dal Governo e, ovviamente, quello del pericolo a livello sanitario.

"Ci vuole un aiuto concreto"

A schierarsi attivamente dalla parte dei negozianti che hanno abbassato le saracinesche, la parrucchiera castegnatese Vera Bondioli, titolare del salone "Versatyle".
L'imprenditrice ha voluto condividere il suo pensiero e testimonianza, coinvolgendo anche l'amministrazione comunale di Castegnato e sollecitando le associazioni di settore.
Nei giorni scorsi, infatti, Bondioli aveva scritto una lettera aperta al sindaco Gianluca Cominassi e all'assessore al Commercio Patrizia Turelli proprio per fare presente il dilagante fenomeno dei lavoratori abusivi in questo periodo particolarmente delicato  e chiedere loro appoggio per contrastarlo.
"La tutela dovrebbe arrivare dalle associazioni di categoria, ma ciò non avviene e siamo noi negozianti a muoverci per avere risposte" - ha commentato la parrucchiera.
Le porte del suo negozio sono chiuse ormai dal 9 marzo e non sa quando riapriranno.
"Quello che fa più arrabbiare sono queste persone che continuano imperterrite a lavorare a discapito di chi ha interrotto la propria attività pensando al bene e alla salute di tutti - ha sottolineato Bondioli - Per causa loro continueranno a dilungarsi i tempi per tornare alla normalità. È incredibile come non ci si renda conto a che rischi si va incontro con l'abusivismo: le probabilità di contagio sono alle stelle".

Tanta rabbia

"È normale essere indignati, ma occorre anche adottare un comportamento propositivo e non distruttivo - ha sottolineato Bondioli - Vedo molte persone che 'marciano' per la causa, ma in una direzione che non aiuta... c'è troppa aggressività".
Cosa fare, quindi, per attivarsi in maniera risolutiva?
Bondioli ha chiesto un confronto con l'amministrazione comunale, la quale ha riconosciuto l'importanza della questione e ha espresso il proprio supporto ai commercianti del paese.

Il vicesindaco

Il vicesindaco, nonché l'assessore al Commercio Turelli, ha espresso quindi la sua solidarietà alle attività che in questo momento sono chiuse.
"Chi lavora nelle case in maniera abusiva mette a repentaglio la salute di tutti - ha ribadito Turelli - Già anni fa mi ero attivata per 'mappare' le lavoratrici in nero della bellezza e oggi più che mai mi sento di denunciare questo comportamento: è inaccettabile".

 

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