Emergenza Coronavirus: le proposte presentate da Acb. E’ stata realizzata analisi a cura dell’Associazione dei Comuni Bresciani, in rappresentanza dei 205 Comuni bresciani, in merito alla situazione nella provincia di Brescia.
Emergenza Coronavirus: le proposte presentate da Acb
Il presente documento, che si pone alla Vostra attenzione, nasce dalla fortissima preoccupazi one dei Sindaci della Provincia di Brescia, impegnati da giorni anche h24 e in moltissimi casi allo stremo fisico e emotivo, per gestire al pari di altre Autorità e operatori, un’emergenza che non ha ancora raggiunto il suo apice nella nostra Provincia, te rritorio tra i più colpiti dell’Italia intera e che pertanto necessita ora di un’attenzione maggiore e di risposte urgenti e più incisive.
Nello specifico l’esperienza e l’impegno diretto dell’ultimo mese nei Comuni bresciani, da parte degli Amministratori Locali, dei servizi comunali e degli attori territoriali, in particolare del terzo settore, ognuno a diverso titolo e intensità coinvolto nel tentativo di rispondere ai bisogni dei cittadini e di fronteggiare la crisi drammatica che attraversa tutte le Comunità locali, consente oggi da un lato di leggere alcuni elementi di criticità e preoccupazione che, nell’immediato e in prospettiva, sono e saranno presenti e dall’altro di portarli all’attenzione dei decisori sovracomunali, per contribuire, nell’ottica di una leale collaborazione istituzionale, a una loro valutazione e a un confronto sulle misure e sui tempi ritenuti necessari ad affrontarli.
Le criticità oggi più evidenti ed urgenti attengono a diversi ambiti:
1. un primo livello riguarda la necessità, oggi confermata da più parti, di porre attenzione a consolidare, con tutti gli strumenti possibili e attraverso un lavoro integrato tra più soggetti, un puntuale monitoraggio dei soggetti in quarantena e in isolamento fiduciario , potenziando le attività di vigilanza anche per i familiari conviventi. In questo senso è sicuramente da apprezzare la recente istituzione delle Unità Speciali, che lavoreranno in collaborazione coi MMG: tuttavia, sia per numero sia per modalità d’intervento, non sono allo stato una soluzione sufficiente e dirimente.
La suddetta attività richiede un intervento focalizzato su più elementi:
– da una parte un monitoraggio di carattere sanitario, finalizzato a garantire contatti nella fase iniziale di riconoscimento del contagio e/o dell ’elevato rischio di contagio, passando dal MMG, anche con l’ effettuazione di screening/tamponi a persone con alta probabilità di esposizione a contagio
– dall’altro, rispetto ad alcuni soggetti, sarà necessario pensare a condizioni di isolamento extra famil iare, qualora le condizioni abitative o di contesto (persone non in grado di vivere sole per condizioni di salute anche diverse da quelle connesse al contagio effettivo o potenziale) rendano più sicuro ed efficace intraprendere tale
strada. Da qui la neces sità di identificare in modo capillare strutture dedicate, organizzate a seconda del livello di bisogno delle persone ospitate;
– Allo stato è da escludersi in ogni caso che possano essere individuate le RSA o loro reparti, come strutture ove alloggiare paz ienti Covid 19 in dimissione o dimessi da strutture ospedaliere;
– in caso di permanenza a domicilio delle persone in quarantena è fondamentale che si potenzi un’azione congiunta a livello di territorio, che veda impegnate le Amministrazioni Comunali a dare il proprio contributo, attraverso l’attività delle Forze dell’Ordine, dei servizi comunali e della collaborazione con il terzo settore e Protezione Civile con l’obiettivo, da una parte di rinforzare il valore sociale e protettivo della limitazione della di ffusione del contagio reale o potenziale nei confronti di tutti e dall’altra per sostenere al massimo le persone che si trovano in questa condizione attraverso supporti concreti per le diverse necessità.
2. Sul fronte del territorio si sono rilevate in ques te settimane forti criticità per quanto riguarda i servizi socio assistenziali domiciliari . La tipologia di cittadini seguiti attraverso i servizi domiciliari è percentualmente caratterizzata da un elevato numero di persone anziane, spesso con patologie cr oniche anche molto complesse, sole o con reti parentali affaticate. Una tipologia quindi particolarmente esposta al rischio di malattia.
Già a partire dalle prime settimane di contagio si sono evidenziate grandi difficoltà nella gestione di tali interventi, per varie
– Mancanza di DPI da parte degli operatori che svolgono tale servizio perché non disponibili o prioritariamente destinati agli operatori sanitari;
– Crescita del numero di operatori malati e assenti o che presentavano sintomi leggeri anche sospetti ma non accertati;
– Necessità di assicurare prestazioni a favore di persone completamente sole e particolarmente fragili, pur in presenza di sintomatologie sospette da parte di detti
pazienti;
– Forte difficoltà di relazione con la parte sanitaria (M MG e operatori ADI, anch’essi spesso ridotti per il maggior numero di pazienti che accedono alle
prestazioni e per il venir meno di risorse di personale disponibile assente per malattia), utile anche per consentire un confronto rispetto alle condizioni di salute della persona assistita e per segnalare eventuali condizioni di rischio tali da contenere le situazioni più critiche, che rischiano poi di arrivare in Pronto Soccorso troppo compromesse o troppo tardi;
Nelle ultime settimane a questa criticità si sta aggiungendo un altro aspetto fortemente problematico, che è connesso al rientro a domicilio di persone dimesse dagli ospedali. Stabilizzate per quanto riguarda la problematica dell’infezione, ma comunque positive, che hanno, quindi, bisogno di essere se guite per le cure domiciliari, perché non autosufficienti o parzialmente autosufficienti e che vivono sole o hanno caregiver che non sono al momento in condizioni di assisterli, in quanto a loro volta malati o in quarantena. Ovviamente le problematiche sopra esposte (necessità di disponibilità di DPI, di stretto collegamento con il MMG e con gli operatori dell’ADI , ecc,), in queste situazioni che, si prevede possano man mano incrementare , diventano oltremodo da tenere in elevata considerazione, per consenti re, da un lato di dare seguito al percorso di cura e di tutela di persone già così provate dalla malattia. Dall’altro di operare per il personale che è prevalentemente dipendente di Cooperative/imprese sociali in condizioni di sufficiente sicurezza.
Su questi ultimi aspetti si ritiene fondamentale:
– Assicurare al personale che opera a domicilio uno screening, anche attraverso l’effettuazione di tamponi , al fine di potenziare la sicurezza degli stessi e degli assistiti;
– Assicurare la messa a disposiz ione di DPI in misura e quantità idonea per tutto il personale che opera nei servizi territoriali;
– Prevedere in modo formalizzato (e non occasionale o relegato alla disponibilità personale degli operatori sanitari) delle connessioni dirette e “privilegiate ” tra gli
operatori/servizi domiciliari e la parte sanitaria (MMG e Unità Speciali). Il tutto per contribuire ad un monitoraggio puntuale dei soggetti seguiti a domicilio, apportando informazioni o elementi di conoscenza al MMG, oltre che per segnalare tempestivamente situazioni sospette di rischio che possano e/o debbano essere
approfondite già alla comparsa dei primi segnali;
– Mobilitare/sollecitare/chiamare in campo le risorse socio sanitarie della cooperazione sociale e del volontariato, affinché l’appro ccio che vede l’“Ospedale
diffuso”, al momento visto nella dimensione delle strutture ospedaliere distribuite sul territorio anche attraverso il coinvolgimento delle diverse realtà fondamentali a gestire detta situazione, possa essere arricchito/integrato a livello di territorio attraverso una rete di servizi di consulenza/vicinanza/supporto alle persone e ai servizi territoriali, in modo da rilevare tempestivamente situazioni di criticità (presenza di sintomi), a orientare gli operatori sociali, ma anche le famiglie rispetto a come gestire le varie situazioni. Una sorta di ponte tra i cittadini, i servizi territoriali e i MMG.
L’esperienza
L’esperienza di queste settimane realizzata nei territori ha dimostrato che la rete dei supporti operativi, anche attivati attravesupporti operativi, anche attivati attraverso i C.O.C., sta rispondendo ai bisogni dei cittadini in rso i C.O.C., sta rispondendo ai bisogni dei cittadini in modo adeguato, mentre le richieste modo adeguato, mentre le richieste che dai cittadini vengono in questo momento con che dai cittadini vengono in questo momento con maggiore preoccupazione sono di natura sociomaggiore preoccupazione sono di natura socio–sanitaria e sanitariasanitaria e sanitaria, rispetto alla presenza di , rispetto alla presenza di sintomi, di terapie, sintomi, di terapie, ecc., ma anche solo di rassicurazione e di vicinanza competente e ecc., ma anche solo di rassicurazione e di vicinanza competente e riconosciuta, che forse anche per questo deve passare attraverso la giusta integrazione di riconosciuta, che forse anche per questo deve passare attraverso la giusta integrazione di aspetti sociali e socio sanitari.aspetti sociali e socio sanitari.
In ottica di integrazione e collaborazione, nonché per favorire il collegamento tra le il collegamento tra le diverse funzioni oggi attive all’interno dei Comuni, si rappresenta l’opportunità di individuare diverse funzioni oggi attive all’interno dei Comuni, si rappresenta l’opportunità di individuare gli Uffici di Piano come soggetti con compiti di raccordo e orientamento rispetto alle varie gli Uffici di Piano come soggetti con compiti di raccordo e orientamento rispetto alle varie attività che possano sostenere l’integrazioattività che possano sostenere l’integrazione sociale e sanitaria o quanto ritenuto utile per ne sociale e sanitaria o quanto ritenuto utile per favorire la circolazione delle informazioni tra i Comuni, raccogliere dati e fornire indicazioni favorire la circolazione delle informazioni tra i Comuni, raccogliere dati e fornire indicazioni coordinate. coordinate.
I predetti Uffici di Piano, infatti, quali strutture operative degli Ambiti Distrettuali di cui i alla Legge 328/2000 e L.R. 3/2008, sono già individuati, a livello sia statale sia regionale, per alla Legge 328/2000 e L.R. 3/2008, sono già individuati, a livello sia statale sia regionale, per la gestione e il coordinamento di numerose attività e sono in grado sin da subito di assicurare la gestione e il coordinamento di numerose attività e sono in grado sin da subito di assicurare azioni di coordinamento a livello sovracomunale, facilitandoazioni di coordinamento a livello sovracomunale, facilitando quindi le ricadute sul livello del quindi le ricadute sul livello del singolo Comune.singolo Comune.
3. Infine, numerose sono le criticità rilevate sul fronte ospedalierocriticità rilevate sul fronte ospedaliero, nonché di quello , nonché di quello delle delle RSA e dei servizi residenziali per la disabilitàRSA e dei servizi residenziali per la disabilità, , ove il personale risulta essere stato ove il personale risulta essere stato sottoposto a fortissisottoposto a fortissima pressione, a causa dei massacranti turni di lavoro e a un elevato ma pressione, a causa dei massacranti turni di lavoro e a un elevato pericolo di contagio, anche per la perdurante difficoltà di reperire e ripristinare con pericolo di contagio, anche per la perdurante difficoltà di reperire e ripristinare con tempestività i DPI, necessari in numero elevatissimo.tempestività i DPI, necessari in numero elevatissimo.
Si ritiene necessario
In tal senso si ritiene che vi sia la necessità d’intervento consista essenzialmente nel: ità d’intervento consista essenzialmente nel:
– prevedere e predisporre uno prevedere e predisporre uno screening/tampone per tutti i dipendenti del servizio screening/tampone per tutti i dipendenti del servizio sanitario, pubblico e privato, così come fatto per i medici di medicina generale e i sanitario, pubblico e privato, così come fatto per i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, estendendo tapediatri di libera scelta, estendendo tale pratica anche agli operatori delle Rsa e delle le pratica anche agli operatori delle Rsa e delle RsdRsd, al fine di garantire la sicurezza degli stessi e degli assistiti;, al fine di garantire la sicurezza degli stessi e degli assistiti;
– garantire la fornitura continua, ed in base alle necessità effettive prospettate garantire la fornitura continua, ed in base alle necessità effettive prospettate dalle strutture sanitarie e socio sanitarie, di DPI nodalle strutture sanitarie e socio sanitarie, di DPI nonché delle strumentazioni nché delle strumentazioni tecnologiche a bassa soglia agli operatori delle strutture medesime; tecnologiche a bassa soglia agli operatori delle strutture medesime;
– assicurare quanto prima l’assicurare quanto prima l’invio di nuovi medici e personale infermieristicoinvio di nuovi medici e personale infermieristico, , anche e eventualmente attingendo a quello già recentemente reclutato con il bando anche e eventualmente attingendo a quello già recentemente reclutato con il bando eemanato dalla Protezione Civile, ovvero reclutandolo anche dal volontariato; manato dalla Protezione Civile, ovvero reclutandolo anche dal volontariato;
– perseguire con decisione e rapidità la strada della perseguire con decisione e rapidità la strada della realizzazione di una nuova realizzazione di una nuova struttura ospedaliera Covidstruttura ospedaliera Covid–19 dedicata nella città capoluogo,19 dedicata nella città capoluogo, a cui afferiscono, come a cui afferiscono, come è noto, pazieè noto, pazienti da tutta Provincia di Brescia e da diverse Province italiane, nti da tutta Provincia di Brescia e da diverse Province italiane, garantendo il suo funzionamento con personale medico e infermieristico ulteriore, garantendo il suo funzionamento con personale medico e infermieristico ulteriore, rispetto all’attuale organico degli Spedali Civili di Brescia, al fine di ripristinare la rispetto all’attuale organico degli Spedali Civili di Brescia, al fine di ripristinare la normale funzionalinormale funzionalità e alta qualità delle prestazioni rese dai diversi reparti e specialità, tà e alta qualità delle prestazioni rese dai diversi reparti e specialità, prima dello scoppio dell’emergenza Covidprima dello scoppio dell’emergenza Covid–19;19;
– nel breve/medio periodo, occorre lavorare per la nel breve/medio periodo, occorre lavorare per la riorganizzazione delle strutture riorganizzazione delle strutture ospedaliere brescianeospedaliere bresciane, con la riconversione di molti r, con la riconversione di molti reparti, ora adibiti a cura di eparti, ora adibiti a cura di pazienti Covidpazienti Covid–19 per far fronte all’emergenza, al fine di recuperare il ritardo 19 per far fronte all’emergenza, al fine di recuperare il ritardo conseguente all’attuale rinvio di esami, monitoraggi, interventi, cure per patologie conseguente all’attuale rinvio di esami, monitoraggi, interventi, cure per patologie meno urgenti.meno urgenti.
Il presente documento è stato condiviso nel Consiglio di Presidenza dell’Associazione Consiglio di Presidenza dell’Associazione Comuni Bresciani, rappresentativo di tutti i 205 Comuni della provincia di Brescia ed Comuni Bresciani, rappresentativo di tutti i 205 Comuni della provincia di Brescia ed espressione di tutte le sensibilità politicoespressione di tutte le sensibilità politico–amministrative presenti nei territori e si è reso amministrative presenti nei territori e si è reso necessario a fronte del perdurarenecessario a fronte del perdurare di una drammatica situazione che continua a creare profonde di una drammatica situazione che continua a creare profonde lacerazioni, sofferenze e purtroppo ancora un numero elevato di decessi in tutte le Comunità lacerazioni, sofferenze e purtroppo ancora un numero elevato di decessi in tutte le Comunità locali bresciane. locali bresciane.
Il Presidente
Avv.to Gabriele Zanni
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