"Lo studio che dimostra come la Tav sia inutile"

"Lo studio che dimostra come la Tav sia inutile"
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“La Tav non porta benefici sociali: ora c’è uno studio indipendente lo dimostra”. Nella Sala della Stampa Estera di Roma martedì 19 settembre sono stati presentati i risultati di un progetto di ricerca della Bridges Research, la neonata associazione internazionale che raggruppa studiosi e ricercatori universitari e che si pone di effettuare una scansione dei principali investimenti pubblici e degli sviluppi sociali che ne conseguono.

Non poteva mancare l’Alta Velocità, discusso progetto che nella tratta Brescia-Verona attraverserà i nostri territori causando inevitabilmente una modificazione dell’ambiente attraversato dai binari e da quello circostante. Ad organizzare l’evento il Consorzio delle Colline Moreniche del Garda, che nella Capitale è stato rappresentato dal presidente Gabriele Lovisetto e dal vice presidente Gianni Oliosi. “L’analisi -spiega Marco Ponti, relatore della giornata e ordinario di Economia e Trasporti del Politecnico di Milano– segue quella effettuata da CepavDue nel 2003”. Ed è qui la prima stortura: a Cepav Due viene affidato un incarico da 8 miliardi giusto tre giorni prima dell’introduzione della legge che avrebbe obbligato ad un bando pubblico, fra più concorrenti. A quel punto la seconda stranezza: l’analisi costi benefici viene fatta dal costruttore, non dallo Stato. Ma i fondi sono pubblici: “La loro analisi fu talmente fantasiosa nei numeri che il Ministero non ha più citato quelle fonti”. Fonti che diversi studiosi hanno passato al vaglio della verifica, pubblicata su LaVoce.info, che di fatto smentirebbe i risultati dello studio.

I RISULTATI “Il progetto ad oggi è stimato in 8 miliardi di euro – spiega Ponti -. In base alle nostre proiezioni la bilancia fra costi e benefici sociali segnerebbe un segno meno: sono 3 miliardi in perdita di questo investimento”. Tradotto: investire in questo progetto dei soldi pubblici non conviene. “Lo studio segue la metodologia delle linee guida ministeriali – precisa Ponti – tuttavia per essere completa necessiterebbe di 8 milioni di euro di investimenti: soldi che la “Bridges Research” ovviamente non ha, ma che un ente pubblico potrebbe stanziare a fronte di una spesa prevista di 8 miliardi”. Prevista, perché non sarebbe la prima volta che un’opera pubblica vada a sforare il tetto finanziario del progetto preventivato.

LE PROSSIME MOSSE Diversi sono state le iniziative legali che hanno cercato di mettere in luce alcune criticità del progetto. Ad esporle l’avvocato Fausto Scappini: “ Diverse sono le zone d’ombra del progetto, a cominciare dalle già citate analisi di costi e benefici. Nel corso degli anni è stato presentato un esposto anche all’Unesco a causa di uno dei siti sotto la sua tutela, il laghetto del Frassino, che secondo il progettista potrebbe perdere oltre il 15% del suo flusso d’acqua e quindi scomparire”. E mentre sul fronte dei ricorsi quello dei comitati e dei cittadini è stato respinto ancora due sono i fronti legali aperti: uno promosso da comuni, associazioni, consorzi di tutela e di produzione che, secondo una scelta del Presidente di sezione, verrà affrontato a gennaio e un secondo ricorso alla corte dei conti che fa leva sulle analisi dei benefici e sulla costituzionalità di alcune riattivazioni di diversi contratti con il costruttore, contratti cancellati da decreti e riforme ma rimessi in auge senza una seconda fase di trattativa e riformulazione.

SUL TERRITORIO Diverse sono le criticità territoriali, a cominciare dal mancato aggiornamento di alcune misure di costruzione in seguito al passaggio di zona sismica da rischio 3 a rischio 2, un aumento di pericolosità al quale le infrastrutture dovrebbero adattarsi. Il Professor Erasmo Venosi, fisico, le ha evidenziate, sottolineando alcune carenze in materia di norme comunitarie sui piani di gestione delle alluvioni, alle procedure previsti ai fini di bonifica e dei rischi riguardanti decine di siti inquinati o parzialmente inquinati.

“Attraverso il nostro distretto economico passano 25 milioni di persone ogni anno – ha spiegato Gabriele Lovisetto, del Consorzio Colline Moreniche -, senza dimenticare le produzioi, soprattutto vitivinicole, di eccellenza riconosciute in tutto il mondo. I risultati dello studio ci impongono una riflessione sul progetto. Crediamo che la soluzione migliore che coniughi sviluppo e tutela

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