Orzinuovi: parlare di parolacce senza dire parolacce

Momenti di riflessione sul linguaggio inquinato con l'autore Mario Cottarelli

Orzinuovi: parlare di parolacce senza dire parolacce
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Momenti di riflessione sul turpiloquio in biblioteca con Mario Cottarelli

Orzinuovi: parlare di parolacce senza dire parolacce

E' stato presentato ieri sera in biblioteca il libro "Parlare di parolacce senza dire parolacce". Alla sua prima esperienza letteraria Mario Cottarelli, fratello dell'economista Carlo, ha deciso di riflettere e far riflettere su come il turpiloquio sia usato abitualmente nel nostro parlato e su come possa essere negativo su chi ascolta la parolaccia ma anche su chi la dice.

"Gran parte degli studiosi che abitualmente si occupano di turpiloquio ha la tendenza a giustificarlo, a ritenerlo inevitabile, a trovarne i risvolti positivi" ha spiegato Cottarelli.

Senza alcun atteggiamento perbenistisco l'autore ha dimostrato come liberarsi da questa forma di inquinamento lessicale, senza essere etichettati come perbenisti o retrogadi, possa aiutarci a vivere in armonia recuperando una forma piena, originale, naturale della nostra umanità.

"Dire parolacce porta alla spersonalizzazione, alla desensibilizzazione, alla perdita di bellezza interiore" ha sottolineato l'autore.

Sdoganate nei film e dai mass media alla fine degli anni Sessanta, le parolacce possono essere considerate il frutto di una cultura repressiva che ha portato ad una visione distorta di alcuni aspetti della propria vita tra qui anche quello sessualità. "Non ci sarà parità dei sessi finché si parlerà in questo modo" ha spiegato Cottarelli.

La rivoluzione culturale

Per liberarsi delle parolacce secondo l'autore bisognerebbe mettere in atto una rivoluzione culturale nella quale il turpiloquio diventi obsoleto, in cui i primi attori possono essere i bambini. "Sono convinto che la bellezza salverà il mondo del linguaggio", ha concluso l'autore.

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