Ghedi, il “macello degli orrori” torna in parlamento
Il macello comunale finito sotto sequestro il 7 ottobre 2015 per maltrattamenti alle mucche e commercializzazione di carni infette torna nel mirino dei parlamentari.
Dopo l’interrogazione di Miriam Cominelli, parlamentare del Partito democratico, ora è la volta di quella firmata dalla deputata forzista Michela Vittoria Brambilla e quattro deputate del Pd Silvana Amati, Monica Cirinnà, Manuela Granaiola e Daniela Valentini e direttamente indirizzata al ministro della Salute Beatrice Lorenzin e al ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Le parlamentari vogliono vederci chiaro sul ruolo giocato dal direttore sanitario Giorgio Varisco in merito al caso Italcarni. Il 12 febbraio tre dipendenti dell’azienda hanno patteggiato ottenendo pene da un anno e 8 mesi ad un anno e 10 mesi, mentre due veterinari dell’Asl di Leno hanno chiesto il rito abbreviato. Ma all’udienza del 22 aprile Varisco non si è presentato facendola così slittare al 30 maggio.
Ma sotto c’è di più. La Brambilla fa presente che Varisco, in collaborazione con il dottore responsabile del laboratorio di microbiologia dell’Izs (Istituto zoo profilattico sperimentale) Paolo Daminelli abbia prodotto «una consulenza tecnica (datata 11 febbraio 2015) all’avvocato della difesa di uno dei due veterinari Asl imputati per il reato di adulterazione di sostanze adibite al commercio». Varisco, direttore del centro di referenza nazionale del ministero della Salute per i rischi emergenti in sicurezza alimentare, è sospettato dalle parlamentari che hanno messo tutto nero su bianco di aver indirettamente aiutato un veterinario indagato. Conflitto di interessi tra ruolo pubblico e consulenza privata? Ai Ministri – e non solo - l’ardua sentenza.