Altri tre bracconieri finiti nella rete dei forestali

Sequestrati più di cento volatili, bottino dell'attività illecita.

Altri tre bracconieri finiti nella rete dei forestali

Altri tre bracconieri finiti nella rete dei forestali. Sono stati colti in flagranza di reato a Brione e a Vobarno, mentre cacciavano balie nere.

Altri bracconieri finiti nella rete dei forestali a Brione

Ieri altri tre bracconieri colti in flagranza di reato dai carabinieri forestali di Marcheno. Alle prime luci dell’alba i militari hanno sorpreso in località “Palazzo del Baglio”, a Brione, due bracconieri intenti a catturare balie nere con
l’aiuto di 6 trappoline di tipo “sep”. Nonostante l’esiguo numero di strumenti di cattura illegali, il carniere dei due era ricco di selvaggina, infatti i forestali hanno rinvenuto e posto sotto sequestro 102 balie nere, bottino dell’attività illecita. I due, noti alla giustizia in quanto già denunciati lo scorso anno dagli stessi militari per lo stesso reato, in possesso di regolare licenza di caccia, sono stati deferiti all’Autorità giudiziaria per i reati di cui all’articolo 30
della legge 157/92 sulla protezione e il prelievo della fauna selvatica. Anche per loro dovrebbe scattare l’immediato
provvedimento di sospensione della licenza di caccia, nonché le pene previste per i reati commessi.

Il caso di Vobarno

Infaticabili, i due carabinieri forestali di Marcheno hanno valicato la Val Trompia e si sono portati nel pomeriggio in località “Pozze” a Vobarno, dove hanno messo a segno un’altra operazione. Infatti appostati su una rete hanno colto in flagranza di reato un uomo residente a Lumezzane intento ad armeggiare sulla sua rete e a piazzare 6 “sep”. Anche in questo caso sono stati sequestrati i mezzi di cattura illeciti e la fauna catturata (14 esemplari di balia nera). In questo caso, però, essendo l’uomo un pluripregiudicato anche per reati specifici di caccia e non essendo in possesso della licenza, è stato denunciato per il più grave reato di furto aggravato, in quanto la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato. Ora rischia fino a sei anni di carcere.

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